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27.08.2016 09:19

Il web pullula di Web Designer... offrono grafiche da urlo a prezzi bassissimi... e poi in realtà vi stanno solo rifilando il solito template di Joomla o Wordpress... nulla da dire, per carità; va benissimo. Per farsi fare un sito " Ad Hoc" ci vuole un programmatore, uno/una  che conosca i linguaggi PHP, ASP, Javascript, ecc... e non uno/una che sappia fare copia/incolla dell'ultima app proposta per quel template... E i programmatori costano!

Da qui scopriamo le differenze tra il sito da 200 euro e il sito da 5000 o oltre.
Il sito preconfezionato ha tanti vantaggi, ma anche tanti svantaggi; solitamente il Web Designer di turno lo piazzerà su Aruba o Register... ottima scelta!!! ( per chi se ne vuole lavare le mani... ) non molto tempo fa ho discusso con un "ridicolo" Web Designer napoletano, che tra le altre cose è anche il cartolaio del paese dove opera, dove appunto mi faceva presente che "lui" fa il sito, poi se non funziona, se va lento, ecc,  se la deve vedere il cliente con Aruba... dico Aruba, mica "pizza & fichi" !

Si sa, Aruba è come il Dixan, lava meglio perchè è più conosciuto...

Il 99% di questi fantomatici Web Designer non sa nemmeno di cosa sto parlando... per loro è un'ovvietà che loro fanno il sito di indiscutibile bellezza, poi, se il sito è troppo pesante, ci mette un secolo a caricarsi, sul tablet si vede come un quadro di Picasso, la colpa è del "provider", non di sicuro loro, che sono appena usciti dalla scuola d'arte per corrispondenza.

Per fortuna non tutti sono così. Alcuni, non molti, ma ci sono, capiscono la reale differenza di produrre un'opera e pubblicarla su un server ad alto rendimento, in confronto al produrre un sito e "buttarlo" nel web; il risultato è differente, e anche il cliente ( che è vero vi ha già pagato, ma magari torna da voi per un restiling... ), se ne rende conto.

Inoltre, in aziende come la nostra, esistono formule dedicate al Web Designer, dove, oltre che tutto il necessario per gestire i suoi spazi dove pubblicare i suoi lavori e i lavori eseguiti per i suoi clienti, trova anche un'assistenza che gli permeterebbe di fornire un servizio a 360°, non ultimo il servizio mail, solitamente abbinato al nome a dominio... la mail non deve essere bella, ma FUNZIONARE!!!

continua...
01.06.2016 10:55

E' da anni che la nostra azienda gestisce siti e server per agenzie immobiliari, cominciammo nel lontano 1998, con la B&P, editrice del famosissimo giornalino gratuito "ATTICO". Per questa azienda costruimmo le basi di quelli che oggi sono i moderni portali per gli operatori del settore. Poi, varie vicissitudini ( vendita e trasformazione della B&P, ecc...) ci "spostarono" a lavorare con altre agenzia del settore, da Casa.it ad Habitania. Oggi, il settore è decisamente in crisi, e tanti "clienti" se ne vanno. Capisco chi chiude, ma quelli che si trasferiscono? alcuni non chiedono nemmeno un rinnovo dei servizi, semplicemente si lasciano abbindolare dalle "promesse" e dalle pubblicità di sedicenti professionisti di questo tartassato settore... 

Noi il primo portale per Attico lo abbiamo pubblicato nel 1998... questa è STORIA!!!

Qui di seguito un link al web archivio storico dei siti... purtroppo buona parte delle immagini sono andate perse, ma non il contenuto della pagina!!!
https://web.archive.org/web/20020802175011/https://www.attico.it/
 
29.08.2015 07:44

Firenze (IT) – Molti hotel italiani non hanno neanche un sito web in russo ma neanche in cinese, arabo o altre lingue fondamentali. Questo è quanto si evince  da una recente indagine delCentro Studi di Confimprese Turismo Italia suiGiulio Gargiullo - consulente di marketing online migliori 280 alberghi italiani. Dall’indagine emerge che solo il 48,2% degli alberghi di lusso italiani ha nel proprio sito indicazioni e informazioni in lingua russa (135 strutture su 280 esaminate) . Una grave mancanza data l’importanza di presenza di turisti russi in Italia. La stessa indagin ci dice che dei migliori hotel 5 stelle italiani, solo il 20,7% hanno un sito in cinese (58 su 280)il 17,5% ha un sito in portogheseil 12,5% in arabo e solo il 5% in giapponese. Le regioni con maggiori siti multilingua sono Lazio e Lombardia.   L’indagine di Confimprese è stata presentata anche in vista del  BTO (Buy Tourism Online) che si terrà aFirenze il 2-3 dicembre 2014 e che rappresenterà un’ importante occasione di sviluppo per ” l’inbound tourism”, anche in vista dell’EXPO 2015 di Milano. “E’ necessario localizzare il sito per il paese target ed implementare strategie ad hoc” – afferma Giulio Gargiulloconsulente web marketing da più di dieci anni che lavora tra l’Italia e la Russia. “Non è sufficiente la mera traduzione del sito Firenzeinternet in russo - ci dice sempre Gargiullo – ma  è necessaria la localizzazione del sito web per la cultura di appartenenza. Si tratta di creare il design, la comunicazione e il marketing creati ad hoc per laBTO a Firenze stazione leopoldacultura di riferimento. Ad esempio, nel mercato russo, abbiamo modalità differenti per contattare la struttura, il turista russo necessita di immagini che lo coinvolgano nel modo adeguato. E’ necessario – prosegue Giulio Gargiullo -  mostrare particolari dell’hotel, delle stanze e delle strutture che i turisti italiani o di altri paesi non considererebbero. I turisti russi cercano informazioni, dettagli e servizi esclusivi nella qualità e dedicati a loro. Comunicare nel modo adeguato con i turisti russi attraverso il sito internet, permette di ricevere più prenotazioni e migliorarare la reputazione della struttura”.

Fonte: https://press.russianews.it/press/bto-2014-molti-hotel-italiani-non-hanno-neanche-un-sito-web-in-lingua-russa/

27.06.2015 08:50

Il servizio I.S.P. che ospita il nostro sito deve mantenere un atteggiamento rivolto verso la sicurezza. Come è compito del webmaster tenere aggiornata la versione di Joomla è compito degli amministratori del server procedere agli aggiornamenti dei servizi attivi come PHP, MySQL, Apache, Linix ecc... e dei pannelli di controllo come Plesk o Directadmin. Vecchie versioni non più supportate di questi servizi possono essere vulnerabili e sfruttate per attaccare il nostro spazio web. 

Per hosting condiviso si intende che molti siti (centinaia) di differenti clienti risiedono sullo stesso server (o cluster). Ad ogni cliente viene riservata una quota di risorse, ma in configurazioni gestite male può accadere che siti vulnerabili, perchè non aggiornati, permettano a malintenzionati di sfruttare vulnerabilità ed oltre che attaccare il sito possono attaccare anche i siti degli altri clienti presenti sullo stesso server (mass defacement). E' quindi importante che il nostro spazio web sia completamente isolato anche se in hosting condiviso. La gestione dei permessi e privilegi dei file deve essere accurata ma deve anche assecondare quelle che sono le normali operazioni che vengono eseguite amministrando un sito Joomla. La configurazione del server deve prevedere la lista delle funzioni php da disabilitare (disable_function) poiché possono potenzialmente creare delle problematiche di sovrautilizzo di risorse oppure possono essere sfruttate per scopi malevoli una volta che il sito è stato violato.
Spetta anche al webmaster effettuare frequentemente il backup completo di ogni sito e scaricarlo sul proprio PC. Sopratutto prima di ogni modifica importante al sito, come un aggiornamento del CMS o di una estensione ecc...
Esistono  guide  su come effettuare il backup e relative estensioni che ne facilitano l'operazione. Non esistono scuse per non effettuare i backup
.

11.06.2015 08:34

In data 5 giugno2015 il Garante della protezione dei dati personali ha pubblicato sul proprio sito i ta nto attesi chiarimenti in merito alla chicchieratissima cookie law.

Purtroppo, diciamolo subito, non è successo quello che molti webmaster auspicavano ma, anzi, la visione da molti definita "pessimista" è stata sostanzialmente confermata dal garante che, mediante il citato documento, ha meglio precisato alcuni aspetti della normativa.

Cerchiamo di fare il punto della situazione ad analizziamo i chiarimenti del garante punto per punto.

Siti che non utilizzano cookie

Il garante, come prima cosa, ha ritenuto opportuno precisare un aspetto che, a dire il vero, era già piuttosto chiaro: i siti web che non fanno uso di cookie sono totalmente esclusi dall'ambito di applicazione della normativa. Questo il passaggio:

Resta fermo che i siti che non consentono l'archiviazione delle informazioni nell'apparecchio terminale dell'utente o l'accesso a informazioni già archiviate, e che quindi non utilizzano cookie, non sono soggetti agli obblighi previsti dalla normativa.

Siti che utilizzano solo cookie tecnici

In secondo luogo viene precisato che anche per i siti che usano solo cookie tecnici (per la distinzione fra i vari tipi di cookie si legga qui) gli adempimenti di legge sono piuttosto leggeri:

Si conferma che per l'uso di cookie esclusivamente tecnici è richiesto il solo rilascio dell'informativa con le modalità ritenute più idonee (ad es. inserendo il riferimento nella privacy policy del sito) senza necessità di realizzare il banner previsto dal provvedimento.

In altre parole: se il sito utilizza solo cookie tecnici non serve nessun consenso preventivo e quindi nessun banner di avviso. E' sufficiente aggiungere, anche in modo informale, una nota all'interno della privacy policy del sito (che ricordiamo è obbligatoria!) dove il gestore comunica all'utente il sito fa uso di cookie tecnici per la gestione di talune funzionalità e per garantire un corretto funzionamento dei servizi.

Siti che utilizzano cookie analitici

La normativa equipara i cookie analitici ai cookie tecnici solo ed esclusivamente ove questi siano gestiti direttamente dal titolare del sito. Se così non fosse, invece, i cookie analitici vengono fatti rientrare nella famiglia dei cookie di profilazione, con tutto quello che ne consegue.

Resosi conto che nella stragrande maggioranza dei casi le statistiche dei siti web sono misurate attraverso strumenti di terze parti (primo fra tutti Google Analitycs) il garante, in un ottica di semplificazione, ha ritenuto tuttavia opportuno precisare quanto segue:

In molti casi, tuttavia, i siti utilizzano, per meri fini statistici, cookie analitici realizzati e messi a disposizione da terze parti. In questi casi, si ritiene che i succitati siti non siano soggetti agli obblighi e agli adempimenti previsti dalla normativa (notificazione al Garante in primis) qualora vengano adottati strumenti idonei a ridurre il potere identificativo dei cookie analitici che utilizzano (ad esempio, mediante il mascheramento di porzioni significative dell'indirizzo IP).

In altre parole: se utilizzate Google Analytics provvedete subito ad effettuare l'anonimizzazione degli IP degli utenti. Così facendo il codice di tracciamento di Analytics può essere utilizzato "tranquillamente" senza obblighi particolari (se non, ovviamente, quello di indicare la presenza di questi cookie all'interno della policy del sito). Ancora una volta, quindi, sembrerebbe non servire nessun blocco preventivo né il banner di avviso su tutte le pagine.

In un successivo passaggio il Garante, tuttavia, ci spiega che l'anonimizzazione degli IP potrebbe non essere sufficiente essendo altresì necessario che il vostro fornitore del servizio si impegni contrattualmente a non utilizzare i dati per fini ulteriori a quello di erogare il servizio di statistiche:

L'impiego di tali cookie deve, inoltre, essere subordinato a vincoli contrattuali tra siti e terze parti, nei quali si faccia espressamente richiamo all'impegno della terza parte o a utilizzarli esclusivamente per la fornitura del servizio, a conservarli separatamente e a non "arricchirli" o a non "incrociarli" con altre informazioni di cui esse dispongano.

A questo punto, quindi, sarà opportuno dare un'occhiata al TOS (Terms Of Service) del vostro fornitore di statistiche per vedere se quanto richiesto è contemplato o meno. In caso contrario, quindi, torna l'obbligo del blocco preventivo e del banner.

Siti web che installano cookie di terze parti

E veniamo alla questione più spinosa. Cioè cosa fare quando il nostro sito web fa da tramite all'installazione di cookie ad opera di altri siti (cosidetti cookie di terze parti). Sul punto, purtroppo, il garante sottolinea la "linea dura": pur consapevole della difficoltà tecnica di implementazione, infatti, l'autorità sottolinea come il termine di 12 mesi sia stato - a suo avviso - più che sufficiente per trovare delle soluzioni, magari appellandosi alle community open-source oppure a servizi specializzati:

In alcune richieste è stato evidenziato il fatto che è difficile apportare le modifiche necessarie a dare attuazione alla normativa in materia di cookie alle piattaforme da molti utilizzate per la realizzazione di siti web e contenenti già al loro interno strumenti, talora pre-configurati, per la gestione dei cookie o dei widgets.
Al riguardo, la consapevolezza dei vincoli tecnologici esistenti ha portato il Garante a indicare il termine di dodici mesi per attuare le indicazioni contenute nel provvedimento dell'8 maggio 2014 onde consentire una compiuta attuazione degli obblighi normativi. Si ritiene che tale obiettivo, in considerazione della vasta platea di utilizzatori e sviluppatori di piattaforme (molte delle quali open source), possa essere raggiunto mediante l'applicazione di strumenti di c.d. privacy-by-design realizzati sulla piattaforme medesime e messi a disposizione degli utilizzatori e gestori di siti.

Dopo questa premessa, il garante sottolinea come anche per l'installazione di cookie di terze parti sia necessario prevedere sistemi che subordinino ciò al consenso preventivo dell'utente:

Tali interventi dovranno essere volti a permettere il più ampio margine possibile di azione da parte degli utilizzatori sull'installazione dei cookie, consentendo loro di inibire l'installazione di quelli a loro non necessari, e in ogni caso dovranno prevedere opzioni di default che subordinino l'installazione dei cookie non tecnici alla manifestazione del consenso preventivo nelle forme semplificate previste dal Provvedimento.

In altre parole: se il tuo sito usa AdSense o qualche widget sociale, integra un video di YouTube o una mappa... devi bloccare tutto in attesa di ricevere prima il consenso degli utenti!

Il garante prosegue sull'argomento precisando che al titolare del sito è chiesto un duplice adempimento in merito ai cookie di terze parti:

È bene precisare, tuttavia, che per la natura "distribuita" di tale trattamento, che vede il sito prima parte comunque coinvolto nel processo, il consenso all'uso dei cookie terze parti si sostanzia nella composizione di due elementi entrambi necessari: da un lato la presenza del banner, che genera l'evento idoneo a rendere il consenso documentabile (a carico della prima parte) e, dall'altro, la presenza dei link aggiornati ai siti gestiti dalle terze parti in cui l'utente potrà effettuare le proprie scelte in merito alle categorie e ai soggetti da cui ricevere cookie di profilazione.

In altre parole, il nostro sito dovrà avere:

  • il banner con l'informativa breve ed un sistema in grado di bloccare i cookie di terze parti prima del ricevimento del consenso dell'utente;
  • indicare, all'interno dell'informativa estesa, i link verso le privacy policy di tutte le aziende terze che trasmettono cookie mediante il tramite del sito stesso.

Il documento di chiarimento prosegue poi sottolineando come i semplici link siano esclusi dall'ambito di applicazione dell'informativa (ndr: e chi mancherebbe!):

Si chiarisce inoltre che se sul sito i banner pubblicitari o i collegamenti con i social network sono semplici link a siti terze parti che non installano cookie di profilazione non c'è bisogno di informativa e consenso.

Ancora in merito ai cookie di terze parti, il Garante ritiene opportuno sottolineare come la normativa riguardi solamente quei siti che, per libera scelta, hanno deciso di utilizzare sistemi pubblicitari che utilizzino cookie per erogare messaggi mirati:

Preme sottolineare che l'obbligo di rendere l'informativa e acquisire il consenso nasce dalla scelta del sito di ospitare pubblicità mirata basata sulla profilazione degli utenti tramite i cookie, in luogo di quella generalista offerta indistintamente a tutti.

Peccato, ovviamente, che ad oggi - nel mondo - tutti i sistemi di advertising digitale utilizzino tali tecnologie rendendo, di fatto impossibile al singolo webmaster adottare soluzioni differenti.

Modalità di acquisizione del consenso

Uno degli ultimi paragrafi del documento è dedicato alle modalità di (valida) acquisizione del consenso da parte dell'utente in merito all'utilizzo di cookie.

Come noto, nel Provvedimento è stato stabilito che "la prosecuzione della navigazione mediante accesso ad altra area del sito o selezione di un elemento dello stesso (ad esempio, di un'immagine o di un link) comporta la prestazione del consenso all'uso dei cookie".

In altre parole, il consenso dell'utente può essere validamente manifestato non solo con il click su un eventuale pulsante di accettazione splicita presente all'interno del banner d'informativa, ma anche in altri modi "taciti". Il primo di questi è indicato chiaramente: se l'utente clicca su un link o accede, anche in altro modo, in un'altra pagina del sito il consenso s'intende acquisito.

Oltre a questo il Garante ha ritenuto doveroso soffermarsi anche su un'altra modalità molto utilizzata, quella dello scroll di pagina:

Al riguardo, si rappresenta che soluzioni per l'acquisizione del consenso basate su "scroll", ovvero sulla prosecuzione della navigazione all'interno della medesima pagina web, da molti prospettate e in effetti particolarmente rilevanti nel caso di dispositivi mobili, sono considerate in linea con i requisiti di legge, qualora queste siano chiaramente indicate nell'informativa e siano in grado di generare un evento, registrabile e documentabile presso il server del gestore del sito (prima parte), che possa essere qualificato come azione positiva dell'utente.

Da questo passaggio possiamo trarre alcune informazioni importanti, innanzitutto che lo scroll è considerata una valida forma di prestazione del consenso a condizione che:

  • ciò sia chiaramente indicato nell'informativa breve;
  • che l'evento scroll possa essere registrato, documentato e chiaramente identificato come un'azione positiva dell'utente.

Quest'ultima frase - a dire il vero - non è chiarissima. Ad opinione di chi scrive, tale requisito può essere ritenuto soddisfatto nel momento in cui sia possibile registrare in modo preciso l'attività di scrolling (magari misurandola in termini di pixel) e che a ciò segua una trasmissione di un cookie tecnico che cristallizzi tale evento quale atto di accettazione.

Applicazione della cookie law italiana anche a siti che hanno sede in Paesi extra EU

Visti i numerosi quesiti ricevuti, l'autorità garante per la protezione dei dati personali si è espressa anche in merito ad un argomento molto dibattuto, ovvero l'obbligo di adeguamento o meno per i siti web gestiti in paesi extra UE:

In merito ai chiarimenti richiesti sull'ambito di applicazione della normativa in materia di cookie, si evidenzia che la stessa riguarda tutti i siti che, a prescindere dalla presenza di una sede nel territorio dello Stato, installano cookie sui terminali degli utenti, utilizzando quindi per il trattamento "strumenti situati sul territorio dello Stato"

In altre parole: non è importante se il gestore del sito è Europeo o meno oppure se il server web si trova in Russia piuttosto che in Australia. Secondo il Garante, infatti, per ricadere nell'ambto di operatività della norma è sufficiente che il sito venga visitato da un cittadino italiano sul cui computer vengano installati cookie!

Sul punto credo non sia nemmeno necessario esprimersi: forse chi ha scritto questa norma non sa che io, italiano, posso vedere tramite il mio computer siti di tutto il mondo e che, pertanto, tutti questi siti sarebbero "obbligati" (uso le virgolette!) ad adeguasi alla normativa italiana... sinceramente, tuttavia, vedo difficile obbligare siti russi, cinesi o americani ad adeguarsi alla nostra normativa...

Notificazioni in caso di gestione di più siti

Il Garante sottolinea che, qualora il medesimo gestore operi mediante una pluralità di siti web che trasmettono cookie di terze parti, non sarà necessario provvedere ad una notificazione per ciascun sito ma sarà sufficiente un unico atto di notifica contenente l'elenco di tutti i siti gestiti:

Si ritiene condivisibile la richiesta presentata da alcuni editori titolari in merito alla possibilità di effettuare una sola notificazione per tutti i diversi siti web che gli stessi gestiscono, in linea con le previsioni normative. In tal caso nella notificazione del trattamento andranno indicati tutti i domini nei quali il trattamento effettuato attraverso i cookie si realizza mantenendone aggiornato – attraverso eventuali modifiche della notificazione – il relativo elenco.

Ulteriori chiarimenti

Per finire, il documento apre a futuri chiarimenti:

Ulteriori chiarimenti potranno essere forniti dall'Autorità a seguito di eventuali quesiti che verranno posti anche alla luce delle innovazioni tecnologiche che dovessero intervenire.

Conclusioni

In merito al documento di chiarimenti pubblicato sul sito del garante, purtroppo, non mi è possibile che esprimere ulteriori perplessità. L'orientamento scelto dall'autorità garante della protezione dei dati personali, infatti, appare a chi scrive eccessivamente rigoroso e poco consapevole delle reali dinamiche della Rete: vincolare i gestori di ogni sito web a controllare i cookie di terze parti, infatti, appare eccessivamente oneroso così come appare irrealistico voler obbligare ogni sito della Rete mondiale ad adeguarsi alla cookie law qualora a visitarlo sia un utente italiano.

Forse chi ha redatto la norma non conosce a fondo le dinamiche che portano alla creazione di un sito web moderno ed alla struttura distribuita della Rete: l'utilizzo di widget, banner, mappe, video, plugin sociali, ecc. è all'ordine del giorno e intimare il blocco preventivo di questi strumenti significa voler riportare indietro le lancette dell'orologio.

Se l'Unione Europea ritiene così pericolosi i cookie - ma non abbiamo problemi ben più gravi? - perché non chiedere ai produttori di browser di bloccarli di default o di prevedere strumenti informativi e di scelta da mostrare all'utente in fase di installazione e configurazione del software? Così facendo si sarebbe evitato di scatenare il panico in Rete e di obbligare milioni di siti web (grandi e piccoli) ad infarcire le proprie pagine di avvisi noiosi che finiranno presto per essere ignorati dagli utenti.

Altra via, ancora, avrebbe potuto essere quella di riunire ad un tavolo Google, Facebook, Twitter e pochi altri player chiedendo loro di escludere dai loro servizi l'utilizzo di cookie di profilazione per l'utenza Europea. Anche in questo caso si sarebbe potuto risolvere il problema dei cookie coordinando il lavoro di pochi tecnici, tra l'altro molto preparati e ben retribuiti... piuttosto che far venire il mal di testa (o togliere il sonno) a migliaia di piccoli webmaster non sempre in possesso delle giuste competenze per adeguarsi alle richieste (tecnicamente molto complesse) della normativa.

Purtroppo così non è stato, ed a noi webmaster (piccoli, grandi, bravi e meno bravi) non resta che adeguarci... o in alternativa chiudere (nel timore di sanzioni davvero stratosferiche!)

 

01.06.2015 17:13

Casualmente, per accedere al mio blog gratuito su webnode ( qui dove state leggendo ) utilizzavo l'account mail fornitomi dalla connessione di casa, per cui xxx@fastwebnet.it. Ora, dato che i signori di Fastweb seguono pari passo le orme del nostro governo e sono diventati burocraticamente antipatici, ho deciso, mio malgrado di cambiare provider di connessione telefonica: NON L'AVESSI MAI FATTO!!! 

Su Webnode, NON puoi cambiare la mail con cui ti connetti, e se vuoi farlo ( tratto da mail a me arrivata dall'assistenza di Webnode ) :

Se ricorda la password per accedere, cliccando su ''contatta il supporto'' potrà inviarci una comunicazione per cambiare l'indirizzo email.
In alternativa, dovrebbe compilare ed autenticare in comune il documento in allegato.

 
E secondo loro, per cambiare un indirizzo mail di un blog gratuito, io perdo la mia mezza giornata di lavoro, per andare in comune ad autenticare un documento che attesti che io sono io?
Questo la dice lunga sul livello dei clienti di questa azienda e sulla qualità della loro assistenza...
Per cui, cari 18 milioni di utenti che siete clienti di webnode; meditate gente... meditate.
 
24.09.2014 12:24

Da un po di tempo vedo una quantità incredibile di aziende che ti propongono il tuo sito gratis, con il risultato che alcuni tra i miei clienti più " avanti" mi chiedono: perchè io ti devo pagare quando se vado li mi regalano???

Analizziamone uno per tutti, questo è il banner con cui si presenta:

fantastico!!! analizziamo la pagina dove ci porta se clicchiamo su questo banner:

ecco, prima di tutto il sito che vi regalano è un sottodominio, dopodichè scopriamo che la stessa ditta "VENDE" anche pacchetti da 4,8 e 16 euro al mese... ma che differenza può mai esserci tra un sito "gratis" e uno da 4 euro? solo il fatto che uno è un sottodominio e l'altro un dominio "vero" ?

può essere, comunque sia, ai miei clienti suggerisco sempre di farsi 4 conti... da noi, un dominio costa una trentina di euro all'anno, con spazio illimitato, banda 100mb/s, statistiche, caselle mail, ecc... però non te lo vendiamo dopo che hai fatto un sottodominio GRATIS e ti sei reso conto che non serve a niente... te lo diciamo subito!!! 

12.07.2014 07:32

 

Non è un virus normale, non cancella i dati contenuti all’interno dei vostri Computer, ma li cripta, tenendo in ostaggio il PC, per poi chiedere un riscatto per la sua “liberazione”. Una sorta di rapitore seriale senza scrupoli che fa pagare un prezzo caro, molto caro, a tutte le sue vittime.

Ma cerchiamo di saperne di più. Cryptolocker, che cos’è?

Cryptolocker è un cavallo di troia nato alla fine del 2013. Definito come una £sorta di Ransomware”, il malware è in grado di entrare nei vostri computer, criptare i dati e chiedere un pagamento per la descrittazione.

Cryptolocker, come si prende e come funziona?

Generalmente si diffonde come allegato di posta elettronica, un file ZIP che contiene un file eseguibile con una icona e una estensione pdf. Una volta entrato, il virus si installa nella cartella “documents and settings” con un nome casuale e apparentemente inoffensivo, aggiungendo una chiave al registro che lo avvia in automatico.

Successivamente si connette a uno dei server di comando e controllo e comincia a cifrare i file del disco rigido e delle condivisioni di rete mappate localmente con la chiave pubblica, salvando ogni file cifrato in una chiave di registro.

Tra le estensioni più colpite: Microsoft Office, Open document, Autocad, immagini, ecc.

Cryptolocker: la richiesta di riscatto

Dopo aver completato la cifratura il virus informa l’utente di quanto avvenuto e chiede un riscatto pari a 300 dollari/euro con un voucher anonimo e prepagato per decifrare i file. Ma la minaccia non finisce qui. Perché se la vittima non paga entro 72/100 euro “mai nessuno potrà ripristinare i file” rubati.

Nel caso in cui l’utente decida di sottostare al ricatto, dopo il versamento riceverà un software di decifratura con la chiave privata già precaricata.

Cryptolocker: le vittime

Negli Stati Uniti, ad oggi, sono più di 400mila i computer infettati senza che nessuno riesca a trovare una soluzione. Il 3% delle vittime ha pagato e l’organizzazione che sta dietro a tutto ha raccolto più di quattro milioni di dollari.

L’FBI ha tentato di porre un freno al virus, ma finora non ha avuto nessun successo. Attualmente infatti, pagare sembra l’unico modo per recuperare i file criptati anche se, le istituzioni continuano a consigliare di non farlo. L’unico modo per evitare di perdere i file infatti, è scoprire e cancellare il malware prima che esso completi la procedura di cifratura. Una volta fatta invece, non c’è scampo.

Gli esperti consigliano quindi di prendere misure preventive, come usare programmi o politiche di sicurezza che impediscano che CryptoLocker sia lanciato.

Articolo scritto da Vittoria Patanè per Forexinfo.it – che ringraziamo.

 

13.06.2014 16:40

Wind e Infostrada ADSL non funzionano in tutta Italia e sembra che anche le connessioni 3G abbiano dei problemi. Tantissime persone non riescono a connettersi alla rete e sembrano down anche molti siti correlati come Infostrada.it. I problemi sono cominciati ieri (abbiamo ricevuto una segnalazione da Vigevano) ma non sembravano così diffusi: da stamattina alle 11 è cominciata la moria delle connessioni.

In questi minuti la pagina di Wind su Twitter è sotto assedio di clienti che non riescono a connettersi a internet ed è anche impossibile chiamare l'assistenza, il 155, dato che le linee sono intasate dalle continue chiamate. Segnalazioni di assenza di connessione sono arrivati da Napoli, Modena, Milano, Vicenza, Vigevano, Roma, Palermo, Ferrara. Non si conoscono ancora le ragioni del down e soprattutto le cause.
Una vera beffa, dato che BlogMeter ha classificato proprio Wind al vertice dei Facebook Top Brands di maggio 2014, dato che ha dimostrato di essere l'azienda che risponde più velocemente su Facebook: su 1.526 post pubblicati sulla sua pagina, un tempo medio di risposta al cliente di soli 11 minuti. Sono proprio questi momenti di crisi che servono a dimostrare se un'azienda ha meritato il primo posto: Wind, ora rispondi velocemente ai tuoi clienti.


Read more: https://it.ibtimes.com/articles/67285/20140613/wind-infostrada-non-funziona-tilt-adsl-internet-servizio-clienti.htm#ixzz34WwuZWmw
 

27.05.2014 15:31

E' esilarante vedere come i "guru" dell'informatica, ovviamente sottopagati, mentre fanno solitamente  un comune lavoro d'ufficio, non all'altezza delle loro effettive capacità, pontifichino sul funzionamento della posta elettronica, lasciando noi, operai di bassa manovalanza a bocca aperta, quando esordiscono con perle del tipo: " ma come non è ancora arrivata... l'ho inviata dall'ufficio qui a fianco!!! ".
Sono convinti che basti mettere un cavo o un'antennino al proprio pc e come per magia questo sia connesso con il mondo, sapendo esattamente cosa fare in ogni occasione, inoltre, se il coputer del vicino è a fianco del nostro, la comunicazione sarà sicuramente più veloce tra noi due.

Non hanno la più pallida idea di cosa sia un instradamento, un router o un dns... vivono nel loro mondo dorato di super esperti informatici, che casualmente fanno gli impiegati o i magazzinieri, o peggio, le segretarie... perchè nessuno si è preso la briga di valutare il loro vero potenziale.

La posta elettronica è composta prevalentemente da due differenti indirizzi composti, ovvero il nome della casella e il nome del dominio; es: casella@dominio.it.
Il server di "transito" ( SMTP ) quando si invia una mail, potrebbe anche non essere lo stesso del dominio, per esempio se siamo collegati alla rete internet ( e sì, serve essere collegati ad internet per poter inviare posta...) con Telecom, magari il servizio usufruirà del server (SMTP) di telecom per inoltrare le nostre mail, che magari saranno state generate con Gmail; per cui ci colleghiamo alle macchine di telecom e gli diciamo di trovare, tramite un router ( il primo disponibile ) un server che traduca i DNS ( cos'è il DNS ve lo spiego in un'altro post ) in numeri, poi ritorni o cerchi un altro router che gli instradi quei numeri verso la giusta direzione, una volta a "casa" ( server di Gmail ) il server di posta dovrà consultare il proprio database per verificare che il nome casella sia presente all'interno del server, se si, accetterà di collegarvi alla sua rete per inoltrare la mail; a questo punto il server di posta di Gmail chiederà al suo server DNS di verificare che il nome del dominio esista e di passare la mail al router che gli possa indicare la strada per raggiungerlo. Fatto questo la vostra mail è in viaggio verso il server di posta del destinatario che ricevendola, ripeterà tramite i suoi router la verifica del DNS e se è tutto a posto, passerà la mail al contenitore del servizio di posta ( qui salto bellamente tutte le spiegazioni di filtri antivirus, antispam, SPF, blacklist, ecc ). A questo punto, se la persona a cui avete inviato la mail, la legge sul server, entrerà in gioco il servizio IMAP, oppure se è nel suo ufficio, collegato alla rete di fastweb, ripeterà tutto il percorso a ritroso, con il servizio POP, molto più dettagliato e irto di imprevisti se il server dovesse smistare la posta su un cellulare, visto che sono due reti completamente separate, ma poco importa. Tutto questo, verrà effettuato anche se inviate la mail al vostro compagno di banco.
PS: per una spiegazione decisamente più tecnica e dettagliata di come funzionano i protocolli di rete per la trasmissione di mail, non servono i blog... ci sono corsi universitari appositi.

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27.08.2016 09:19
Il web pullula di Web Designer... offrono grafiche da urlo a prezzi bassissimi... e poi in realtà vi stanno solo rifilando il solito template di Joomla o Wordpress... nulla da dire, per carità; va benissimo. Per farsi fare un sito " Ad Hoc" ci vuole un programmatore, uno/una  che conosca i...
01.06.2016 10:55
E' da anni che la nostra azienda gestisce siti e server per agenzie immobiliari, cominciammo nel lontano 1998, con la B&P, editrice del famosissimo giornalino gratuito "ATTICO". Per questa azienda costruimmo le basi di quelli che oggi sono i moderni portali per gli operatori del settore. Poi,...
29.08.2015 07:44
Firenze (IT) – Molti hotel italiani non hanno neanche un sito web in russo ma neanche in cinese, arabo o altre lingue fondamentali. Questo è quanto si evince  da una recente indagine delCentro Studi di Confimprese Turismo Italia suimigliori 280 alberghi italiani. Dall’indagine emerge...
27.06.2015 08:50
Il servizio I.S.P. che ospita il nostro sito deve mantenere un atteggiamento rivolto verso la sicurezza. Come è compito del webmaster tenere aggiornata la versione di Joomla è compito degli amministratori del server procedere agli aggiornamenti dei servizi attivi come PHP, MySQL, Apache,...
11.06.2015 08:34
In data 5 giugno2015 il Garante della protezione dei dati personali ha pubblicato sul proprio sito i ta nto attesi chiarimenti in merito alla chicchieratissima cookie law. Purtroppo, diciamolo subito, non è successo quello che molti webmaster auspicavano ma, anzi, la...
01.06.2015 17:13
Casualmente, per accedere al mio blog gratuito su webnode ( qui dove state leggendo ) utilizzavo l'account mail fornitomi dalla connessione di casa, per cui xxx@fastwebnet.it. Ora, dato che i signori di Fastweb seguono pari passo le orme del nostro governo e sono diventati burocraticamente...
24.09.2014 12:24
Da un po di tempo vedo una quantità incredibile di aziende che ti propongono il tuo sito gratis, con il risultato che alcuni tra i miei clienti più " avanti" mi chiedono: perchè io ti devo pagare quando se vado li mi regalano??? Analizziamone uno per tutti, questo è il banner con cui si...
12.07.2014 07:32
  Si chiama Cryptolocker ed è diventato il “terrore informatico” di mezzo mondo. Negli Stati Uniti ha già fatto centinaia di migliaia di vittime senza che nessuno, ancora, sia riuscito a fermarlo e il numero sembra destinato a salire, soprattutto in Europ   Non è...
13.06.2014 16:40
Wind e Infostrada ADSL non funzionano in tutta Italia e sembra che anche le connessioni 3G abbiano dei problemi. Tantissime persone non riescono a connettersi alla rete e sembrano down anche molti siti correlati come Infostrada.it. I problemi sono cominciati ieri (abbiamo...
27.05.2014 15:31
E' esilarante vedere come i "guru" dell'informatica, ovviamente sottopagati, mentre fanno solitamente  un comune lavoro d'ufficio, non all'altezza delle loro effettive capacità, pontifichino sul funzionamento della posta elettronica, lasciando noi, operai di bassa manovalanza a bocca aperta,...
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27.08.2016 09:19
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01.06.2016 10:55
E' da anni che la nostra azienda gestisce siti e server per agenzie immobiliari, cominciammo nel lontano 1998, con la B&P, editrice del famosissimo giornalino gratuito "ATTICO". Per questa azienda costruimmo le basi di quelli che oggi sono i moderni portali per gli operatori del settore. Poi,...
29.08.2015 07:44
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27.06.2015 08:50
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11.06.2015 08:34
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01.06.2015 17:13
Casualmente, per accedere al mio blog gratuito su webnode ( qui dove state leggendo ) utilizzavo l'account mail fornitomi dalla connessione di casa, per cui xxx@fastwebnet.it. Ora, dato che i signori di Fastweb seguono pari passo le orme del nostro governo e sono diventati burocraticamente...
24.09.2014 12:24
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12.07.2014 07:32
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13.06.2014 16:40
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